Avvertenze per la consultazione

La maschera della scheda lessicografica del VoSLIG è stata predisposta per accogliere tredici campi dettagliati, alcuni dei quali sono ulteriormente dettagliabili, come nello schema che segue:

campo 0.0. entrata e categoria grammaticale abbreviata;

campo 0.1 riepilogo dei significati;

campo 0.2 elenco delle forme attestate nel corpus;

campo 0.3.1 derivati, composti;

campo 0.3.2 composti non lessicalizzati, locuzioni e fraseologia;

campo 0.4. prima attestazione nel corpus;

campo 0.5. quadro delle attestazioni, distinte numericamente secondo i significati;

campo 0.6. documentazione esterna al corpus con indicazione della eventuale prima attestazione assoluta;

campo 0.7. nota etimologica essenziale;

campo 0.8. commento del redattore;

campo 0.9. categoria/e alimentare/i;

campo 0.10.1 rinvii a lemmi presenti nel lemmario;

campo 0.10.2 rinvii a lemmi esterni;

campo 0.11. bibliografia;

campo 0.12. nome del redattore/redattrice.

1.     Campo 0.1: entrate lessicali

Per l’entrata lessicale si è optato sempre per la forma moderna. Nei casi di forme antiche non documentate nei secoli successivi nel corpus, la forma antica è di rinvio a quella moderna (es. cinghiaro v. cinghiale). Se invece una forma è solo dell’italiano antico e non ha nessuna forma moderna, a lemma è presente la forma antica; se quest’ultima presenta varianti si è scelta la variante prevalente, ossia quella più attestata nel corpus.

Gli omografi sono sempre segnalati in questo modo:

agnolotto_1

agnolotto_2

1.1 Genere

Nei casi in cui, ab ovo, una forma femminile e una maschile sono parimenti attestate e distribuite nel corpus sono state create schede diverse. Se, invece, è presente una oscillazione ma uno dei due generi risulta minoritario (ossia con scarsa documentazione rispetto a quella del genere prevalente), a lemma si ha la variante prevalente, mentre la seconda forma costituisce un’entrata di rinvio. Per es.: 

spaghetto s.m. 

spaghetta s.f. v. spaghetto s.m.

 

Le poche eccezioni, dunque, sono inserite sotto il lemma principale che ha in esponente solo un genere (m. o f.). Oltre a chiarimenti che vengono dati nel commento (campo 0.8), nel campo 0.5 è sempre segnalato il genere raramente attestato, tra parentesi quadre prima del contesto, in questo modo:

Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale (1549, Ferrara) = [f.] Di marzapani biscottati pezzi 40. Insalata di cappari, tartuffole e cibibo, una per persona. Insalata d’endivia, cime di radichi e cedri tagliati minuti, una per persona. Pastelli di fagiani caldi 10, piatelli 10. Lingue di bue salate in pezzi tagliate, in piatelli 10. (Conv. 19r)


2. Campo 0.2: forme attestate nel corpus

Sono inserite in questo campo, in ordine alfabetico, tutte le forme registrate nel corpus relative ad uno stesso lemma, sia al singolare che al plurale; esse sono accompagnate dai numeri di frequenza e contraddistinte per area geo-linguistica.

3. Campo 0.3.1 derivati, composti

Nel sottocampo 0.3.1 sono raccolti i derivati e eventuali composti lessicalizzati e ordinati alfabeticamente. Sono inserite sia le forme che restano indicate nel suddetto campo, sia forme diventate lemma. Le due schede lessicografiche (lemma madre + lemma figlio) presentano gli opportuni rimandi segnalati nel campo 0.10.1.

 

3.1 Campo 0.3.2 composti non lessicalizzati, locuzioni e fraseologia

In questo campo sono inseriti locuzioni e composti non lessicalizzati e fraseologia. Sono stati prediletti i sintagmi con una certa compattezza sintattica e semantica, ordinati alfabeticamente e documentati seguendo l’ordine cronologico, come nell’esempio che segue:

acciugata dolce - Como 1820; Genova 1899

acciugata piccante - Firenze 1874

4. Campo 0.4.

Si indica in questo campo la prima attestazione nel corpus AtLiTeG (con indicazione dell’opera, della data e dell’area geografica; per es.:

agnellotti (Cuoco Reale, 1791; Bologna).

Per i prestiti, è riportata la prima attestazione sia della forma adattata sia di quella non adattata.

5. Campo 0.5.

Fornisce il quadro delle attestazioni, distinte numericamente (0.5.1, 0.5.2, 0.5.3 ecc.) secondo i significati, con i relativi contesti e con i propri metadati. Il VoSLIG è un vocabolario storico, dunque si è optato per un ordinamento cronologico dei significati: dal significato più antico a quello più moderno.

Di norma, per ogni opera, sono stati selezionati i primi tre contesti significativi, o più solo in caso di contesti tanto rilevanti da fornire ulteriori informazioni; nei casi di voci con un numero considerevole di occorrenze nel corpus, è stato selezionato un solo esempio, ritenuto il più significativo e rappresentativo, opera per opera. Se, invece, una documentazione coinvolge più di 20 testi del corpus, sono stati presentati quattro contesti più significativi per secolo, scelti per la loro rappresentatività.

6. Campo 0.6.

È dedicato alla documentazione esterna al corpus con eventuali contesti significativi, e quindi alle fonti dirette, a quelle lessicografiche e alle banche dati. È prediletta la cronologia delle forme, per le quali, di volta in volta, si indicano le fonti/vocabolari da cui sono state riprese. A partire dalla forma moderna, che tendenzialmente coincide con quella messa a lemma, si è proseguito secondo l’ordine cronologico delle attestazioni e delle fonti. La documentazione della forma moderna è separata dalla storia delle altre forme con un a capo.

L’attestazione più antica in assoluto è indicata in grassetto. Se la prima attestazione assoluta è quella rintracciata nel corpus AtLiTeG, la forma è segnalata in grassetto nel campo 0.4.

Per quanto riguarda gli strumenti lessicografici, etimologici, storici e moderni, è stato consultato quanto segue: LEI, DEI, DELIN, Nocentini per la lessicografia etimologica, il GDLI per quella storica, insieme al TLIO, alle impressioni del Vocabolario degli Accademici della Crusca [in sigla: Crusca I-V] e al TB. Il GRADIT [versione su penna USB], il SC [ed. online] e lo Zingarelli 2023 per la lessicografia dell’uso odierno. A queste fonti è stato aggiunto il Vocabolario italiano domestico di Giacinto Carena [in sigla: CA 1, per l’edizione 1846, CA 2 per quella del 1851], come vocabolario metodico, e la prima edizione del Dizionario Moderno di Alfredo Panzini del 1905 [in sigla: DM 1], primo vero e proprio repertorio di neologismi. Eventuali vocabolari dialettali e atlanti sono stati scelti dal redattore caso per caso [il vocabolario è così citato: nome autore + anno]. I diz. etimologici sono indicati solo se forniscono migliori attestazioni. Al fine di avere una visione più ampia nel campo delle retrodatazioni, è stata consultata la banca dati ArchiDATA.

 Sono citate attraverso il link le fonti rintracciabili in rete, comprese le edizioni presenti in siti come Archive e Google libri. È qui esclusa la documentazione contenuta nel corpus AtLiTeG.

Se il GDLI non riporta negli esempi la data precisa dell’opera da cui sono tratti (o se essi sono tratti da edizioni postume) si fa riferimento alla data della morte dell’autore preceduta da av.

7. Campo 0.7.

È dedicato alla nota etimologica, che è sintetica; essa contiene etimo, remoto e prossimo, significato e fonte. Di norma si cita sempre il LEI; se il lemma non è lì documentato si è citato il DELIN, oppure, a scalare, il Nocentini. La discussione dell’etimo, dove necessario, è rimandata al commento. Se non compare l’indicazione del repertorio, l’etimologia è da intendersi proposta dal redattore.

8. Campo 0.8.

È dedicato al commento del redattore, che in questa sezione può approfondire l’etimo e la storia del lemma prendendo in esame eventuali altre pubblicazioni.

9. Campo 0.9.

Contiene l’indicazione della categoria alimentare assegnata al lemma. Rispetto alle definizioni rintracciate, ogni lemma può rientrare in diverse categorie.

10. Campo 0.10.

È dedicato ai rinvii: nel campo 0.10.1 sono inseriti i rinvii a lemmi presenti nel lemmario; nel sottocampo 0.10.2 sono inseriti i rinvii ai lemmi esterni (poiché non contenuti nel lemmario del VoSLIG) attraverso l’attivazione del link al GDLI e al SC.

11. Campo 0.11.

È inserita in questo campo la bibliografia completa, e dunque tutte le fonti utilizzate: prima tutte le sigle dei repertori in ordine alfabetico e poi le opere consultate per il commento, sempre in ordine alfabetico.

L’indicazione della stringa di un repertorio + n. di pagina indica che in un repertorio la voce si trova in un’entrata diversa dal lemma trattato.

All’assenza di citazione in bibliografia corrisponde l’assenza di attestazione nell’opera lessicografica.

 

12. Campo 0.12: Nome del redattore


  Il suddetto campo indica l’autore/autrice della scheda lessicografica.